Rocca di Cave è un piccolo centro, a 45 km da Roma, che si sviluppa su un rilievo dei Monti Prenestini a 933 metri s.l.m.. Il centro abitato è dominato dalla Rocca, dalle cui terrazze si osserva uno straordinario panorama che si estende dalla costa tirrenica alla catena appenninica e comprende vaste porzioni delle cinque province del Lazio.
Il quadrante prenestino, ove è situata Rocca di Cave, fu anticamente territorio dei Latini, confinanti a nord con gli Equi e i Sabini, ad est con gli Ernici e a sud-ovest con i Volsci.
Alla fine dell’Impero Romano d’Occidente, dopo una fase di disgregazione e decadenza, il territorio a sud di Roma vide la presenza dei feudatari e dei monaci Benedettini Sublacensi che, sia pure con intenti diversi, riorganizzarono la società, caratterizzata dalla ripresa dell’economia agricola e dal conseguente sviluppo degli insediamenti rurali frequentemente attaccati da pirati saraceni e normanni.
Le scorrerie dei pirati determinarono la necessità di proteggere gli abitati, edficandoli su alture e fornendoli di cinte murarie e rocche. In questo contesto i monaci Benedettini di Subiaco, intorno all’850, provvidero alla costruzione della Rocca, come difesa dalle incursioni saracene.
Se le ricerche documentali non hanno evidenziato alcuna testimonianza che si riferisca espressamente alle origini del paese, sappiamo però che fra il IX e l’XI secolo, veniva chiamato “Castello dei Santi Tre” dai titolare delle chiese ivi esistenti di Santa Maria, San Pietro e San Michele Arcangelo.
Siamo inoltre a conoscenza che il nome di Rocca di Cave compare per la prima volta nel 1125.
Rocca di Cave, conquistata nel 1101 da Pietro Colonna, fu quasi sempre proprietà della famiglia Colonna fino alla fine del XIX secolo, attraverso vicende che vedono brevemente succedersi nel predominio i Conti , gli Annibaldi e gli Orsini e attraverso contrasti continui con il papato.
Rocca di Cave venne unita a Cave durante l’occupazione francese, alla cui conclusione riottenne la sua autonomia.
La popolazione, che viveva nel borgo di Rocca, era costituita prevalentemente da contadini poveri e vessati da numerose tasse. Alla fine dell’Ottocento la critica situazione economica provocò una forte emigrazione negli Stati Uniti, tanto che il Comune di Rocca di Cave chiese di unirsi a quello di Cave.
Una targa commemorativa, posta nella sala consiliare, ricorda la autonomia amministrativa riconquistata per l’intervento di Giulio Venzi, deputato del Regno d’Italia.
Gli alberi della pineta, a sud dell’abitato, vennero piantati in memoria dei caduti della Prima Guerra mondiale e si aprì una strada carrozzabile.